L’uomo vive di dualismi. Il bene e il male, l’amore e l’odio, il rispetto e il disprezzo, la povertà e la ricchezza, l’ordine e il caos. In letteratura, questi dualismi compenetrano i generi e sono alla base di tutte le storie esistenti. Si può infatti parlare di archetipi narrativi: ci sarà un buono e un cattivo in (quasi) tutte le storie, così come ci sarà amore e odio, o violenza e pace.
C’è un particolare dualismo che ha generato una gran quantità di sottogeneri perché è il più iconico, facilmente “narrativizzabile” e appassionante: il dualismo fra legge e crimine.
Da quando esistono i concetti di legge, di ordine e di regole che consentono alla società una vita pacifica, esistono anche quelli di fuorilegge, di crimine e di caos, che sono l’inevitabile contraltare. Non servirebbe alcuna legge, se intrinsecamente noi umani fossimo in grado di rispettarla senza bramare vie più semplici, remunerative e opportunistiche. L’umanità non può vivere senza il crimine, perché senza di esso non esisterebbe nemmeno la giustizia.
Per spiegare il rapporto complesso che intercorre fra questi due grandi elementi narrativi, la letteratura si è frammentata coprendo ogni possibile declinazione della guerra eterna fra la legge e il crimine. Nascono così tanti sottogeneri che si differenziano fra loro per il modo in cui viene descritto questo rapporto.
Principalmente, ora parliamo di tre generi: il Thriller, il Giallo e il Noir. Spesso vengono confusi tra di loro, ma esistono alcune differenze base, che analizzeremo in questo articolo.
Nel caso del Thriller, questo genere tende a essere più ampio degli altri due, infatti si può parlare di Thriller fantascientifico, di Thriller romantico, di Thriller Erotico, eccetera. Questo perché il Thriller è più uno stile che un genere in senso stretto. Ma in questo articolo vedremo i rapporti che ha il Thriller con il crimine, che probabilmente è la sua applicazione più comune.
Differenze e somiglianze fra Giallo, Thriller e Noir
Partiamo da alcune definizioni di massima utili per definire i tre generi in questione, anche nel caso vogliate scrivere il vostro libro o autopubblicarne uno.
I romanzi gialli
Il Giallo è un genere che pone il suo focus sulla narrazione di un crimine, che deve essere risolto da un investigatore – che può esserlo di professione, come un investigatore privato o un poliziotto, oppure può essere un semplice cittadino che si rabbocca le maniche e risale il mistero fino alla sua risoluzione. Di solito parte con il crimine già accaduto, e la storia segue le briciole di pane lasciate dal criminale e che l’investigatore raccoglie lungo il suo percorso e che lo portano a catturare il colpevole. Il Giallo è un genere assai codificato: è il tipico romanzo che può essere prodotto partendo da un pugno di elementi sempre uguali, cambiando giusto l’ambientazione, i nomi e il modo in cui si è svolto tale crimine. Questo lo fa essere il genere “tascabile” per eccellenza: il romanzo da spiaggia è spesso un Giallo. Di solito, un romanzo Giallo ha il lieto fine, con la scoperta del criminale e delle sue motivazioni.
I romanzi noir
Il Noir si può considerare una branca del Giallo, dato che diversi elementi sono in comune: c’è un crimine, ci sono dei criminali e c’è chi cerca di fermarli, la differenza sta nel tono dell’opera e nel punto di vista che si racconta.
Infatti, dove il Giallo solitamente pone il Punto di Vista, o POV (cioè chi è al centro effettivo della narrazione) su chi deve svelare il crimine, il Noir spesso lo pone sul criminale, o su la vittima, quindi raccontando una storia sia dalla parte del bene, che del male. Inoltre, nel Noir le forze dell’ordine sono equiparabili al criminale in quanto a onestà e rispetto della legge stessa: una vittima si troverà a dover lottare da sola sia contro il male che gli è stato fatto, sia contro chi dovrebbe, teoricamente, proteggerla.
Il Noir è un genere molto più disilluso, crudo e, appunto “nero”. Tende a finire male, con la vittima che non trova una risoluzione al suo dramma, o la trova compiendo dei compromessi che lo snaturano: è il tipico scenario in cui un buono deve diventare cattivo per ottenere giustizia. La polizia è sporca, brutta e maligna, con poliziotti disillusi che non credono più nel proprio lavoro, giudici corrotti e investigatori violenti.
Il Giallo quindi racconta un crimine dal POV dell’investigatore. Il Noir, da quello del criminale o della vittima.
I romanzi thriller
Il Thriller è un genere ampio che ha come suo elemento distintivo la ricerca del “brivido”, della tensione narrativa e del colpo di scena. Non per nulla, deriva dalla parola “Thrill”, cioè rabbrividire in inglese. Un Thriller deve tenere incollato il lettore alle pagine tramite l’uso esteso dell’escamotage della suspense, dell’azione e di tutte quelle soluzioni viscerali e ad alto impatto che portano il lettore a voler girare pagina e andare avanti a oltranza.
Al centro di ogni Thriller c’è di solito un’ingiustizia, un crimine o un mistero da risolvere. Infatti, serve un elemento del genere per scatenare lo scrittore a inventarsi i colpi di scena e i ribaltamenti di trama necessari a creare la giusta suspense nel lettore.
È evidente che si tratta di un genere diverso dagli altri, come il fantasy, la fantascienza, l’horror etc, questo perché non si basa su un’ambientazione, bensì pone l’accento sullo stile con cui viene scritta una storia, non sul contenuto in sé.
Alcuni esempi: un Horror (quindi con elementi di terrore e di orrore) può essere lento e metodico, costruito per incrementare l’orrore in questione passo dopo passo, nascosto fra le pieghe della narrazione, oppure può essere un Thriller Horror in cui gli eventi sono rocamboleschi, crudi, violenti e continuamente rinfocolati da colpi di scena – jumpscares nel caso di questo genere – che tirano dei pugni allo stomaco del lettore.
Un Fantascienza può essere una storia corale in cui si racconta un futuro lontano partendo dal contesto, dal mondo, dalla società e dalle persone, oppure un Thriller Fantascientifico in cui l’elemento di fantascienza è solo nel contesto, un pretesto per collocare una storia action ad alto impatto che usa gli elementi futuristici per trovare nuove soluzioni e stupire il lettore.
Un Erotico può raccontare le complessità – e le oscurità – di una storia d’amore fra due protagonisti, mentre un Thriller Erotico può concentrarsi sulle passioni sfrenate fra un investigatore e una possibile indiziata di un crimine. È tipicamente derivativo del Giallo, ma con la componente passionale che è il vero interesse del lettore (ad esempio, Basic Instinct o Nove Settimane e Mezzo).
Esistono quindi dei Thriller Noir e dei Thriller Gialli, e in questo caso è solo una questione di stile e di come la storia è raccontata.
È giusto quindi affiancare il Thriller al Giallo e al Noir?
A mio avviso, sì.
Il Thriller infatti usa abbondantemente l’escamotage del crimine come motore di trama. Può anche essere ambientato nel 3000 dopo cristo, o nel medioevo, possono esserci forti connotazioni erotiche oppure orrorifiche, ma resta che al centro della trama, c’è un crimine che scatena la storia: può essere l’uccisione di un parente che sprona le vittime a bramare vendetta, oppure una rapina miliardaria che innesca una rocambolesca serie di eventi: il mancato rispetto della legge è l’arma più tagliente nel carnet dello scrittore di Thriller.
Scenari del crimine
Come dicevamo, i tre generi hanno in comune un crimine, un’ingiustizia o in generale un mistero criminoso che fa da motore di trama. Dove si ambienta solitamente una storia del genere?
- Città o metropoli dove il crimine pervade ogni strato della società: può essere ambientato in periferia fra disperati, come negli attici abitati da ricchi finanzieri, attori e politici.
- Paesi rurali, campagna, monti, comunità isolate: luoghi dove la gente ha la mentalità chiusa, dove le comunità proteggono la pace nascondendo la verità ad ogni costo, dove è facile occultare un corpo e dimenticarsi di qualcuno che ha sgarrato…
- Locali notturni, bordelli, bische: luoghi di perdizione dove non sai chi entra e chi esce, e soprattutto, “se” esce…
- Hotel / Motel: tipico non-luogo dove le persone arrivano, transitano e se ne vanno, vivendo storie che poi proseguono altrove. Un posto tipico dove rinvenire un cadavere senza documenti.
- Ristoranti / tavole calde / bar: altra location tipica dove possono avvenire dei crimini, dei delitti o delle entusiasmanti rese dei conti.
- Banche / Gioiellerie / banchi dei pegni / Casinò: tipici obiettivi di ladri e rapinatori, sono anche al centro di un sottogenere definito Heist, cioè “colpo”, nel senso di un’azione pianificata e studiata meticolosamente per rapinare un posto cosiddetto “inaccessibile”.
- “scena del crimine”: può essere ovunque, ma è sempre un luogo ricco di misteri da svelare, indizi da individuare, e segni bianchi da tirare intorno a cadaveri e bossoli esausti…
Ci sono poi altri scenari che possono entrare a far parte del genere, ma che sono prettamente derivativi: un’astronave ad esempio può essere la location di un Thriller Fantascientifico, ma di solito è connotata come un villaggio, un luogo chiuso dove tutti si conoscono (o almeno credono di conoscersi…).
Ciò che conta davvero nello scenario scelto per la propria storia criminale, è che sia ricca di ombre in cui nascondere indizi, personaggi di dubbia moralità e prove schiaccianti che aspettano solo di essere notate.
I generi sopracitati possono essere ambientati in qualsiasi epoca, ma generalmente, i Gialli e Noir prediligono il periodo attuale, o in generale le atmosfere del 20° secolo.
I protagonisti del genere
Gli attori principali di una storia Thriller, Gialla o Noir sono etichettabili in tre categorie:
- La vittima, che può essere morta e quindi al centro d’indagine, o viva e ferita (nel corpo o nella mente) negli altri generi
- Le forze dell’ordine, che possono essere incarnate in un Investigatore, in un Poliziotto, in un Procuratore o un Giudice, e quant’altro. Nel Noir, sono di solito figure dubbie, grigie, ricche di complessità e di sentimenti spesso negativi. Il tipico poliziotto Noir è disilluso, ferito e allo sbando. Il tipico Investigatore Giallo è attento, sospettoso, lesto di comprendonio e coraggioso.
- Il criminale, o più criminali, che hanno compiuto il reato o lo stanno per compiere. Tipicamente, nel Thriller quello che viene definito Villain è più potente del protagonista cosiddetto buono, che deve lottare per superare gli ostacoli che il malvagio pone nel suo percorso. Nel Giallo, può essere un killer spietato e imprendibile. Nel Noir, può essere un personaggio complesso, profondo, spinto da motivazioni contrastanti e in lotta con sé stesso.
Ciò che differenzia i generi è come si bilanciano tali personaggi. Nel Giallo, il criminale è una figura misteriosa che si svela, solitamente, verso il finale. La vittima è spesso già morta, o neppure è reperibile: è stata rapita o il cadavere è stato occultato. Nel Noir, la vittima è tipicamente a caccia di vendetta. Nel Thriller, spesso sono persone vicine alla vittima che bramano vendetta, con ogni mezzo.
Come si bilanciano questi tre elementi è ciò che caratterizza il genere in cui poi ricade la storia.
Elementi Thriller
Come dicevamo all’inizio, un Thriller può essere anche un romanzo distante dalla narrativa Noir e Gialla. Infatti, ciò che conta per definire una storia “Thrilling”, è la quantità di colpi di scena, azione e giravolte di trama che regalano emozioni forti al lettore. Un Thriller può essere psicologico (la violenza è mentale, come nel caso di un nemico che gioca con la psiche del protagonista), può essere Hard Boiled (con poliziotti disillusi e violenti che danno la caccia a criminali moralmente allo sbando), può essere politico (dove la cospirazione è a livello governativo, ed è difficile da eradicare), e così via.
Quali sono gli elementi del Thriller che sono tipici anche del Noir e del Giallo? Ecco un elenco non esaustivo.
- Il protagonista viene da un passato complicato: l’investigatore potrebbe aver perso un parente per un reato simile a quello che deve risolvere, o la vittima ha un’eredità di molestie familiari che lo hanno reso spietato. Il killer potrebbe trarre le sue motivazioni da traumi infantili.
- Nessuno crede alla vittima / all’investigatore: è tipico usare questo escamotage. La vittima cerca aiuto, ma nessuno vuole crederle. L’investigatore è l’unico ad aver compreso la verità, ma la polizia non interviene per aiutarlo. Questa mancanza di fiducia nei loro confronti è un ottimo pretesto di trama per far crescere i protagonisti.
- Il killer è sovrumano. Questo è tipico dei Gialli, dove il reato commesso è talmente complesso e su più strati, che la polizia brancola nel buio ed è necessario un lungo lavoro di investigazione per scovare gli indizi, resi incomprensibili dalla bravura del killer stesso.
- Si trova più onore nel crimine che nella legge. Altro elemento tipico del Noir: l’ambiente criminale ha un codice più ferreo e, volendo, più giusto di quello che la “buona società” possiede. La polizia è più crudele della mafia stessa. Non si può riporre la minima fiducia nella legge, bisogna “farsi rispettare da soli”.
- Un indizio può essere una trappola. I malviventi potrebbero aver nascosto degli indizi apposta, e l’incauta vittima / investigatore potrebbe cascarci causando un momento di forte tensione nella storia. È un tropo tipico di questi generi.
- La vendetta non ti darà la pace indietro. Altro tropo di questo tipo di narrativa.
- La violenza è giustificata. Questo è meno comune nei Gialli, dato che tendono a essere storie meno brutali e più a lieto fine, con la giustizia che prevale. Il Noir e il Thriller invece sguazzano più che volentieri nella violenza gratuita o meno. La vittima ha il diritto di essere crudele. La polizia deve essere autoritaria, altrimenti non si farebbe rispettare dai malviventi. La gente muore in maniera grottesca e con mirabolanti spargimenti di sangue.
La ricerca del brivido
Che sia Thriller, Giallo o Noir, una delle caratteristiche più importanti di questi generi è l’atmosfera. Dato che, come dicevo all’inizio, le storie Crime tendono a essere facilmente serializzabili e “copincollabili” partendo da alcuni elementi di partenza, il rischio di produrre una storia che ricorda troppo altre già pubblicate oppure siano solo “l’ennesima storia di un investigatore e di un killer”, è piuttosto alto.
Ciò che fa la differenza non è il reato da risolvere o la vendetta da consumare, bensì l’atmosfera che si costruisce intorno agli eventi narrati.
Cosa intendo per atmosfera? Parlo del contorno, dello sfondo, del contesto, del “sapore” della storia. Un’idea geniale per un killer spietatissimo non è sufficiente, quando scrivi una storia crime. Serve dare a quel killer un’atmosfera intorno, un’aura di mistero efficace, e far trasudare paura e tensione in ogni descrizione. Serve creare un contesto in cui il killer si muove e l’investigatore indaga, che generi al lettore un senso di verità, di pericolosità reale, di tensione narrativa data dalla profondità dell’immersione.
Facciamo un esempio pratico. L’idea è quella di un killer che uccide bambini. Li ammazza prendendoli da scuola, scegliendo meticolosamente le sue vittime fra quelle che hanno genitori separati, perché sono spesso quelli che tardano a prenderli da scuola.
Ora, un’idea iniziale del genere può essere sufficiente per imbastire un Giallo: la polizia indaga, un investigatore più sensibile di altri sull’argomento “la prende sul personale”. Ma è buona anche per un Noir, descrivendo un padre single che ha perso così il figlio, e desidera vendetta. Ed è ottima per un thriller, dove una squadra anticrimine cerca in tutti i modi di impedire l’ennesimo rapimento, in sole 24h dato che il killer ha detto che è pronto a rapire la sua prossima “vittima sacrificale”.
L’importanza del contesto e dell’atmosfera
Ma dove ambienti una storia del genere? Il contesto fa cambiare totalmente il tono della storia.
Supponiamo che sia ambientato in una borgata di provincia americana, un suburb dove tutti si conoscono. Chi può essere il killer? Come può uno stimato abitante della zona essere una bestia del genere? Gli investigatori provano a indagare, ma c’è riluttanza, omertà. La violenza del killer diventa un’onda di disturbo, una perturbazione che va soppressa affinché la falsa pace della borghesia prevalga.
E se fosse invece in una grande metropoli? Ci sono decine di scuole, centinaia di quartieri, milioni di persone su cui indagare: chi cerca di sventare il prossimo crimine, brancola nel buio. Non c’è più omertà, c’è disinteresse. Bussi all’ennesima porta e nessuno sa niente, soprattutto nessuno è interessato alla morte di un bambino qualunque. È totalmente diverso l’effetto che gli atti del killer hanno sul contesto, così come è totalmente diverso il pugno nello stomaco che lo scrittore tira al lettore.
Una delle atmosfere è migliore dell’altra? No, ma il messaggio finale è completamente diverso. Omertà, o disinteresse? Il male silenzioso dello status quo, o il male banalizzato della città non più a misura d’uomo?
La scelta qui è in mano totalmente allo scrittore, che dopo aver ideato una buona trama, deve sapere collocarla nel modo giusto per farla brillare come merita, e per farla risaltare nel mare affollato della produzione crime.
L’amore criminoso
Nelle storie Thriller, Gialle e Noir, c’è spesso un grande assente, e cioè l’amore. Beninteso, è una generalizzazione necessaria, per cui esisteranno sicuramente storie di genere in cui le relazioni amorose sono centrali, ma di solito, al centro c’è un morto o uno che lo diventerà a breve, per cui l’amore è relegato al contorno, all’arricchimento del contesto. È tipico avere un investigatore sposato, la cui relazione con la moglie è in difficoltà per colpa del lavoro: questa relazione si sviluppa durante la trama e vive dei riflessi di ciò che l’investigatore porta con sé, nel bene e nel male, quando rientra a casa.
Oppure, si può avere il colpo di scena di un indiziato di cui salta fuori l’amante, coinvolta anch’essa nell’occultamento di certe prove, oppure ancora, una possibile indiziata che fa di tutto per sedurre il poliziotto che ha messo il becco laddove non era il caso lo mettesse…
Il thriller è soprattutto il genere in cui l’amore tende a essere più banalizzato. Se c’è una coprotagonista donna e un protagonista uomo (o il contrario, il concetto resta valido), dato che serve tensione per motivare il genere Thriller, è assai probabile che i due finiscano per innamorarsi o quantomeno, che sfoci nel sesso di una notte. Tipico anche il poliziotto innamorato di una prostituta, che diventa sua confidente e, perché no, fonte di idee geniali per risolvere il crimine.
Chiaro che, come sempre, si tratta di generalizzazioni.
Nel Noir invece, l’amore può avere un ruolo più corposo. Questo perché il punto di vista del Noir è sul debole ferito, sulla vittima, o addirittura su chi vive nel malaffare e compie reati. Questo fa sì che si aprano possibilità più originali per usare l’amore come elemento di trama. Un esempio tipico è quello della Femme Fatale, un personaggio femminile che ha un carattere ambiguo, sospeso fra colpa e redenzione, di cui un protagonista può innamorarsi o che può diventare fonte del sospetto e dell’indagine. Si tratta di personaggi complessi, ricchi di sfaccettature, che possono davvero porre al centro degli eventi uno sviluppo amoroso coi controfiocchi. Nel dubbio, resta l’aspetto erotico che è generalmente più intenso nel Noir, rispetto agli altri generi.
Questo non vuol dire che non si possa dedicare il giusto tempo e l’attenzione che merita a una storia d’amore dentro una storia criminosa! Ci vuole una certa maestria per renderla originale e allo stesso tempo, non prevaricante rispetto al reale obiettivo della trama, ma è fattibile, e spesso è ciò che fa la differenza fra un buon crime, e l’ennesimo crime…
Il colpo di scena: elemento essenziale
Cos’è una storia di crimine, senza un buon colpo di scena? Una gran noia…
Gialli, Noir e soprattutto Thriller sono generi legati a doppio filo alla necessità di ottimi colpi di scena. Senza la mossa inaspettata, in mancanza dell’idea che fa strabuzzare gli occhi al lettore, resta poco di memorabile nelle storie di questi generi. Ma cos’è un colpo di scena? È una svolta inaspettata, un cambio di trama che il lettore non attendeva, è quel momento che fa dire “wow” a chi legge la storia.
Un buon colpo di scena è il turning point della trama, il momento in cui la storia cambia radicalmente direzione perché finalmente i tasselli sono al proprio posto e il mistero è svelato. Lo scrittore di genere lo sa, e in pratica costruisce la trama più sui colpi di scena da mettere in atto, invece che sulla reale struttura: perché saranno quelli che il lettore ricorderà con più gusto.
Quali sono le caratteristiche fondamentali di un buon colpo di scena?
- Arriva inaspettato, ma è stato preparato: la trama è cosparsa di allusioni, indizi e suggestioni che portano al colpo di scena, e lo motivano. Un pessimo colpo di scena è quello in cui il lettore si stupisce ma non capisce.
- Quando arriva, cambia tutto: il colpo di scena deve essere decisivo. Non dev’essere solo un motivo di spavento o di sorpresa senza conseguenze. Può non essere risolutivo, ma deve comunque indirizzare o far svoltare la trama in un modo o nell’altro.
- Nessuno è al sicuro: i colpi di scena possono servire per mettere in difficoltà il protagonista, lasciando al lettore il sentore che anche lui sia a rischio, che sia possibile che “qualcosa vada storto”.
- Non c’è due senza tre: questo è specifico per i Thriller, che vivono di colpi di scena. Se ben dosati, ce ne possono essere numerosi all’interno di una storia. L’importante è che siano ben distribuiti, non raggrumati vicini nel testo, e alternati a momenti di stasi o di quiete che quindi esaltano l’arrivo del “colpaccio.”
- Una coltellata nel cuore: un buon colpo di scena, lascia il segno. Lo scrittore deve esaltarsi a scriverlo e deve comunicare tale esaltazione al lettore. Ci vuole pathos, emozione, efficacia. Ci sono scrittori validissimi che campano grazie alla qualità dei propri colpi di scena, all’interno di trame altrimenti banalotte.
- Non è solo spettacolare: un colpo di scena non deve essere solo un momento per stupire il lettore. Deve innescare degli eventi, deve cambiare il corso delle storie e la vita dei personaggi. Più il colpo di scena è risolutivo, compreso il finale, più è efficace.
Il Cliffhanger – Di cosa si tratta?
Una particolare tipologia di colpo di scena, spesso usato alla fine dei capitoli o alla fine di un libro che prevede una serializzazione, è il Cliffhanger. Il nome già evoca lo scopo: significa “appesi al dirupo”.
Il Cliffhanger narrativo è la chiusura in sospensione di una trama. Se è un capitolo, gli eventi narrati al suo interno terminano con il fiato in gola, senza una risoluzione. Ciò “costringe” il lettore a voltare pagina per andare avanti. È il metodo più tipico per creare il passo frenetico del Thriller. Non va usato di continuo, cioè ogni capitolo non deve per forza terminare sempre in una sospensione di trama, ma usato con perizia è uno strumento importantissimo in mano allo scrittore. Prima di tutto, perché certi capitoli sono più efficaci chiusi in climax, quindi al massimo della loro carica emozionale, e la sospensione sprona il lettore a proseguire. Inoltre, è un ottimo modo per creare situazioni eccitanti da risolvere nei capitoli successivi, che partono così a bomba.
Il Cliffhanger nel finale, invece, può essere una lama a doppio taglio.
Chiaramente, se un libro è solo “uno di X”, è assai funzionale usare un Cliffhanger finale per creare una forte aspettativa per i volumi successivi. Questo però implica che il lettore chiuderà con l’amaro in bocca, con una sospensione che pretende di essere risolta. Quindi, in pratica, si sta spostando il giudizio stesso del lettore al libro successivo, poi a quello dopo ancora, e così via. Per vendere, è una mossa efficacissima. Per soddisfare il lettore, molto meno…
Se invece il libro non è una serie, la chiusura a Cliffhanger è molto sbagliata. Questo perché è una “non chiusura”, non chiude le trame, non spiega gli eventi, non soddisfa affatto il lettore. Il Thriller, il Giallo e il Noir pretendono una chiusura: il killer deve essere preso (o deve vincere), il poliziotto deve concludere l’indagine (o deve precipitare nella perdizione), la vittima deve ottenere vendetta (o perire per essa). Ma qualcosa deve succedere.
Il Cliffhanger finale è quindi accettabile solo se la storia proseguirà in altri libri futuri.
Nota: il finale “aperto” in cui c’è una suggestione che qualcosa, in realtà, sia andato storto o il killer, ad esempio, sia ancora vivo, non è un vero e proprio cliffhanger: è un finale negato, e questo invece è tipicissimo dei generi.
Conclusioni
I generi cosiddetti Crime sono fra i favoriti degli scrittori, perché sono mediamente facili da scrivere, spesso si producono “a ripetizione” e generalmente sono ben accolti dal pubblico. Parliamo di tre tipologie sempre al top delle vendite. Inoltre, sono anche i favoriti dal cinema, dato che la stragrande maggioranza di film tratti da libri, deriva proprio da questi generi.
Anche io ho scritto un Thriller con ambientazione distopica, Piano Rupe – per tornare al discorso che il Thriller è un genere più ampio e che abbraccia setting molto vari – e al centro c’è un criminale con una missione: uccidere politici.
Come dicevo, c’è sempre un crimine da risolvere…
Ho letto con interesse e piacere il tuo bellissimo articolo. Davvero esaustivo e preciso. Anch’io mi occupo di letteratura gialla (tengo delle docenze), e come te mi sono interrogato sulla differenza tra giallo e noir. Oggi in realtà tale dicotomia è sfumata parecchio. Volevo solo fare una precisazione sui finali aperti. Un romanzo giallo, per essere tale, deve avere la sua logica conclusione, alla fine. Ogni mistero deve trovare la sua risposta. Ci sono però storie dove il mancato finale, o un finale aperto (o con risposte ambigue), ha la sua ragion d’essere. Pensa a titoli come: Picnic a Hanging Rock, di Joan Lindsay; I giovedì della signora Giulia, di Piero Chiara; Quel pasticciaccio brutto de via Merulana, di Gadda; La promessa, di Durrenmatt. Qui il messaggio che si vuole dare al lettore non è una soluzione precisa: si vuole invece dire che nella realtà non esistono risposte certe, e spesso a intervenire è il caso. La razionalità serve a poco. Nessuno può dire come stavano veramente le cose, e ogni situazione può essere interpretata in diversi modi.
Assolutamente vero Nicola. Precisazione dovuta.
Complimenti!