Le intelligenze artificiali rappresentano una questione vecchia di decenni, ma solo dal 2023 l’argomento ha raggiunto le prime pagine con l’avvento di ChatGPT, Claude, Gemini e tutti gli altri servizi che stanno spuntando un mese dopo l’altro. Per non parlare delle IA generative per le immagini come Midjourney, o di recente per la musica, come Suno.

Io stesso tratto l’argomento da parecchio tempo. Nei miei romanzi di fantascienza, come ad esempio LA TEORIA DEGLI UMANI o IL VOLTO DEL DIO ho cercato di immaginare un futuro di coesistenza con le Intelligenze Artificiali che, volente o nolente, diventeranno sempre più predominanti nel nostro vivere quotidiano.

Che siano utili, non v’è dubbio. Un servizio come ChatGPT permette di creare testi, effettuare ricerche, analizzare dati, produrre sintesi, scrivere righe di codice e tanto altro. Ma le intelligenze artificiali sono in grado di creare delle storie? Saranno mai in grado di sostituire noi scrittori?

UNA FALSA INTELLIGENZA

Partiamo dalla definizione attuale di intelligenza artificiale: i servizi come ChatGPT sono dei Large Language Model (LLM) che, in pratica, vengono addestrati con un’immane quantità di informazioni e tramite algoritmi di tipo evolutivo apprendono autonomamente “cosa fare con queste informazioni”. Non entro troppo nel dettaglio, essendo un argomento molto tecnico, ma vado subito al punto: Le attuali IA prendono dati già esistenti e li rielaborano in base alle nostre richieste. È questo il processo tramite il quale lavorano. All’apparenza possono simulare una sorta di “intelligenza”, dato che sono in grado di rispondere in modo naturale alle nostre domande, persino usando una voce digitale, proponendoci risposte altamente credibili – anche se, a volte, sbagliate. Ma di base, ciò che fanno è rielaborare dati. Non sono quindi vere e proprie intelligenze in grado di inventare contenuti che non esistono.

Questo però è un falso difetto. Noi stessi, in qualità di esseri umani, prevalentemente rielaboriamo informazioni che conosciamo. La nostra cultura è come una torta a strati: partiamo da ciò che è già stato fatto, rielaboriamo informazioni e nozioni già raggiunte da altri prima di noi, e proseguiamo da lì. Certo, siamo in grado di inventare cose nuove: ma il confine fra invenzione radicalmente nuova e rielaborazione a volte è sottile.

Prendo proprio l’esempio della scrittura: non sempre le nostre idee sono nuove, anche se ci paiono tali. Spesso, a livello inconscio, rielaboriamo pattern narrativi che abbiamo già letto o visto in precedenza, e li ripresentiamo con forme e dettagli diversi, ma pur sempre partendo da qualcosa di già esistente. Ne è la dimostrazione il fatto che gran parte delle storie seguono le logiche del MONOMITO, conosciuto anche come IL VIAGGIO DELL’EROE.

In pratica, noi scrittori rielaboriamo, rimastichiamo e riformuliamo partendo da ciò che abbiamo visto, letto e sentito in vita nostra, o addirittura sognato – un dettaglio importante, dato che i sogni seguono matrici culturali e archetipali condivise. Capita di produrre qualcosa di realmente originale, ma non è la norma.

L’arte o la musica sono altri esempi pratici. Senza il blues, non sarebbe mai nato il rock. Senza il rock, non sarebbe mai nato il metal. Senza l’impressionismo, non sarebbe mai nato l’espressionismo e così via. Spesso e volentieri, le tendenze nell’arte sono la naturale conseguenza di ciò che è venuto prima, e di cosa succede a livello sociale e politico – anche in questo caso, stiamo parlando di dati e di fatti e di nozioni pre-esistenti o coeve ai movimenti artistici che nascono, mutano, muoiono e si evolvono costantemente.

Siamo anche noi dei Large Language Model, in pratica. La nostra black box – il nome gergale che viene dato al processo evolutivo delle intelligenze artificiali  – è il nostro cervello. Siamo biologici, un po’ più lenti a lavorare i dati, spesso inconsapevoli di farlo, e ciò che ci differenzia dai cugini sintetici è che ogni tanto siamo in grado di produrre qualcosa di radicalmente innovativo e originale. Nella logica dei grandi numeri, capita.

La differenza però sta proprio qui. Noi siamo in grado di inventare qualcosa di radicalmente nuovo. Possiamo. Lo facciamo meno di quanto pensiamo, ma in potenza siamo in grado. Per ora, i bot IA come ChatGPT non possono. Sono quegli algoritmi che nei miei romanzi chiamo “ANI”, Artificial Narrow Intelligence, molto abili in compiti specifici, ma senza lo spunto innovativo tipico dell’essere umano. Le versioni più evolute, che ancora non esistono, si chiamano “AGI”, Artificial General Intelligence, che magari vedremo apparire in un futuro più o meno remoto. Nei miei romanzi, le ho battezzate per il 2045, più o meno: nella realtà, si vedrà. Le AGI saranno in potenza identici a noi. Ma è un problema che possiamo per il momento tenere in disparte, dato che ci vorrà ancora un po’ di tempo prima di doverlo affrontare.

 

A COSA SERVONO LE ATTUALI INTELLIGENZE ARTIFICIALI

Anche se non possono inventare nulla di nuovo, ma solo rielaborare, le intelligenze artificiali come ChatGPT possono essere estremamente utili per chi scrive. Prima di tutto, sono abili a produrre contenuto, di ogni tipo. Faccio un esempio: avrei potuto scrivere questo articolo usando ChatGPT, senza alcun problema. Dubito oltretutto che la media dei lettori se ne sarebbe accorto. Probabilmente sarebbe uscito più “freddo”, più “neutro”, ma in linea con i contenuti che già si trovano online su migliaia di siti. Negli ultimi mesi, gran parte dei testi prodotti per i blog o i giornali online sono stati creati tramite intelligenza artificiale. Il lavoro di “copywriter” è in – rapidissima – via di estinzione. Le intelligenze artificiali sono ottime per scrivere testi ad uso e consumo di tutti, chiari, sintetici e ben organizzati.

Ma testi del genere non sono “storie”. Non si tratta di narrativa. Nello specifico del processo di inventare storie, ChatGPT diventa invece molto utile per approcciarsi al lavoro in modo professionale. Dato che la narrativa è codificata in strutture tipiche, si può chiedere all’intelligenza artificiale di riassumere un’idea suddividendola già in blocchi narrativi e proponendo ipotesi di trama.

Esempio:

Prompt: crea una struttura narrativa per quest’idea: un uomo deve ritrovare suo figlio, perso nei boschi. Alla fine, lo ritrova, ma a caro prezzo. Crea una struttura ricca di tensione. Colloca un villain, uno squilibrato che vive isolato nelle profondità di un bosco all’insaputa di tutti.

 Risposta: Titolo – Nel Cuore della Foresta Oscura

Introduzione:

  • Presentazione dei personaggi principali:
    • Protagonista: Marco, un uomo sulla trentina, padre single, dedito al lavoro e alla famiglia.
    • Figlio: Luca, un bambino di 8 anni, curioso e amante dell’avventura.
  • Ambientazione: Un piccolo villaggio ai margini di una vasta e misteriosa foresta.
  • Incidente scatenante: Luca scompare durante un’escursione nel bosco con un gruppo di amici.

Sviluppo:

  • La scoperta della scomparsa:
    • Marco riceve una chiamata disperata dagli amici di Luca che annunciano la sua scomparsa.
    • La comunità del villaggio si mobilita per cercare il bambino, ma le ricerche iniziali non danno frutti.
  • Il primo segnale:
    • Marco trova un oggetto appartenente a Luca (un giocattolo o un pezzo di vestito) in una parte remota del bosco, dando inizio a una ricerca più personale e disperata.
    • L’incontro con l’ignoto
  • Avanzamento nella foresta:
    • Marco si avventura sempre più profondamente nella foresta, trovandosi in un ambiente sempre più ostile e spaventoso.
  • I primi indizi del villain:
    • Tracce di una presenza umana sconosciuta: resti di un fuoco, un capanno abbandonato, trappole rudimentali.
  • L’escalation della tensione:
    • Marco sente di essere osservato e comincia a trovare segnali inquietanti di una mente disturbata (graffiti sulle rocce, ossa di animali disposte in modi strani)
  • Introduzione del villain:
    • Marco incontra finalmente il villain, un uomo chiamato Silvio, che vive isolato nella foresta. Silvio è uno squilibrato che ha sviluppato una visione distorta del mondo e delle persone.
  • Lo scontro:
    • Silvio rivela di aver trovato Luca, ma insiste che il bambino è al sicuro solo con lui. La tensione cresce mentre Marco cerca di negoziare con Silvio.
  • Il confronto finale:
    • Marco scopre il nascondiglio di Silvio, dove Luca è tenuto prigioniero. Un confronto fisico tra Marco e Silvio culmina in una lotta disperata.

La risoluzione:

La vittoria a caro prezzo:

  • Marco riesce a sconfiggere Silvio, ma subisce gravi ferite nel processo.
  • Luca è traumatizzato ma vivo, e padre e figlio riescono finalmente a riunirsi.

Conclusione:

  • Marco e Luca vengono trovati dal gruppo di ricerca e portati in salvo.
  • Le ferite di Marco richiedono una lunga riabilitazione, ma la loro esperienza li ha resi più uniti e determinati a superare insieme qualsiasi difficoltà futura.

Epilogo:

La comunità del villaggio viene a conoscenza della verità sulla foresta e su Silvio, portando a un rinnovato senso di vigilanza e solidarietà tra i residenti.

Temi:

  • L’amore paterno e il sacrificio.
  • La lotta contro la follia e l’ignoto.
  • Il potere della resilienza e della speranza in situazioni estreme.

 

Come si può vedere, ChatGPT ha proposto svariati elementi per rispondere alla mia necessità, che poi posso modificare, cambiare, adattare in base alle mie esigenze. La struttura usata è tipica, il meccanismo che ha scelto di applicare è d’uso comune nella narrativa di genere. Mi ha persino proposto i temi che potrebbero essere centrali nella narrazione. Se si volesse scrivere una fast novel, cioè un romanzo che deve uscire entro poche settimane per accontentare le esigenze di una determinata moda del momento, ci sarebbero già tutti gli elementi necessari per approcciarsi al lavoro.

Volendo, potrei chiedere al bot di ampliare ognuno di questi blocchi, o di sostituirli con altri avvenimenti. In pratica, potrei lavorare con l’intelligenza artificiale spalla a spalla sull’idea iniziale, ampliandola un po’ per volta.

Facciamo un altro esempio:

Prompt: crea un background per Marco, e definisci un luogo realistico per gli avvenimenti

 Risposta:

Background di Marco: Nome Completo, Marco Bianchi

 Età: 35 anni

 Professione: Forestale

 Storia Personale: Marco è nato e cresciuto nel piccolo villaggio di Valverde, situato ai margini della Foresta del Silenzio, una vasta e antica foresta nota per le sue storie e leggende misteriose. Fin da piccolo, Marco ha sviluppato una profonda connessione con la natura, imparando a conoscere i segreti del bosco dal padre, anch’egli forestale. Dopo aver completato gli studi in Scienze Forestali presso l’università, Marco è tornato a Valverde per seguire le orme del padre e prendersi cura delle terre che tanto amava.

 Famiglia: Marco è vedovo. Sua moglie, Anna, è morta tragicamente in un incidente d’auto tre anni fa. Da allora, Marco si è dedicato completamente a suo figlio Luca, di 8 anni, cercando di bilanciare il suo lavoro impegnativo con il ruolo di padre single. La perdita di Anna ha lasciato un vuoto enorme nella vita di Marco, ma ha anche rafforzato il legame tra lui e Luca.

 Carattere: Marco è determinato, coraggioso e molto protettivo verso le persone che ama. Ha un profondo senso del dovere e della responsabilità, sia come forestale che come padre. È abile nel seguire tracce e conosce ogni angolo della Foresta del Silenzio. Nonostante il suo dolore, Marco mantiene un atteggiamento positivo e cerca sempre di infondere fiducia e sicurezza in Luca.

 Luogo degli Avvenimenti:

  • Villaggio Valverde
    • Valverde è un piccolo villaggio situato nel nord Italia, nella regione del Trentino-Alto Adige. Circondato da montagne maestose e dense foreste, il villaggio ha una popolazione di circa 500 abitanti. È un luogo pittoresco, con case in legno e pietra, strade strette e una piazza centrale dove si svolge la vita comunitaria. La vicinanza alla Foresta del Silenzio rende Valverde un luogo ricco di leggende e storie di avventure.
  •  Foresta del Silenzio
    • La Foresta del Silenzio è una vasta area boschiva che si estende per chilometri intorno a Valverde. È un luogo di straordinaria bellezza naturale, ma anche di mistero e pericolo. La foresta è caratterizzata da alberi secolari, sentieri intricati e una fitta vegetazione che può facilmente disorientare anche i più esperti. Gli abitanti del villaggio raccontano storie di spiriti e creature che abitano la foresta, alimentando il fascino e il timore verso questo luogo.
  • Capanno di Silvio
    • Profondamente nascosto nella Foresta del Silenzio, c’è il capanno di Silvio. Costruito con materiali di recupero e camuffato tra gli alberi, il capanno è difficile da trovare e ancora più difficile da raggiungere. Silvio, un uomo solitario e mentalmente disturbato, vive qui isolato dal resto del mondo, sviluppando manie e una visione distorta della realtà. Il capanno è un luogo inquietante, pieno di segni della sua follia e di pericoli nascosti.

 Mappa dell’ambientazione:

  • Valverde: Il villaggio dove Marco e Luca vivono, punto di partenza delle ricerche.
  • Sentieri di caccia: I percorsi usati dai cacciatori e dai forestali, che Marco conosce bene.
  • Vecchia Torre di Guardia: Un vecchio avamposto usato nei secoli passati per controllare la foresta, ora abbandonato ma punto di riferimento.
  • Fiume del Bosco: Un corso d’acqua che attraversa la foresta, fornendo una pista per Marco nella sua ricerca.
  • Capanno di Silvio: Il nascondiglio del villain, luogo del confronto finale e della liberazione di Luca.

 

Come si può vedere, ChatGPT ha imbastito un contesto credibile e dei personaggi sensati. Sono dei buoni elementi? Dipende. Probabilmente sono banalotti. Si possono migliorare? C’è ampio margine. Ma partendo da un lavoro del genere, uno scrittore professionista riduce di decine di ore il lavoro necessario a scrivere una storia. E le ore sono denaro.

Potrei chiedere di dividere la storia in atti – tre o cinque ad esempio – oppure inserire un personaggio in più, o cambiare le dinamiche fra protagonista e villain. E il bot agirebbe. A volte potrebbe produrre errori, buchi logici o persino allucinare – termine tecnico usato quando una IA perde il filo del discorso – ma anche uno scrittore a volte prende cantonate, per cui… c’è davvero una gran differenza?

Ma non tutto è perduto per noi poveri scrittori.

Partiamo dal fatto che non tutti scrivono per professione, anzi, parliamo di un numero davvero esiguo di persone. La maggior parte scrive per passione, per piacere. In tal caso, l’intelligenza artificiale è comunque molto utile, ad esempio per lavorare sulla trama come ho fatto nell’esempio di prima a caccia di idee o di soluzioni per completarla, senza però dover per forza usare il testo o le idee prodotte: solo come spunto. Oppure, si può chiedere al bot di trovare un finale diverso, di cambiare il genere, di stilare le caratteristiche di personaggi per vedere se nascono soluzioni interessanti, e così via. Se si spera di usare il testo fatto e finito, è ancora presto.

Esempio: ho chiesto a ChatGPT di scrivere l’incipit per la storia di Marco e Luca.

Capitolo 1: La Scomparsa

Il sole era alto nel cielo quando Marco si fermò davanti alla scuola di Luca, come faceva ogni pomeriggio. La sua vita era una danza tra lavoro e famiglia, una coreografia quotidiana che aveva imparato a memoria. Con il volto illuminato da un sorriso affettuoso, aspettava di vedere spuntare il figlio dal cancello, con la solita energia inesauribile di un bambino di otto anni. Oggi, però, la routine fu interrotta da un evento che avrebbe sconvolto la loro esistenza.

Luca non uscì dalla scuola. Al suo posto, un gruppo di bambini accorse verso Marco, con volti preoccupati e voci concitate.

“Signor Marco! Luca non è tornato dalla foresta!” gridò uno dei bambini, con gli occhi sgranati per il terrore.

Marco sentì il cuore fermarsi. “Di cosa state parlando?” chiese, cercando di mantenere la calma. “Luca doveva essere qui, con voi.”

“Eravamo nella foresta, solo per un’avventura,” spiegò un altro bambino, gli occhi fissi a terra. “Ma Luca… è sparito.”

La mente di Marco si affollò di immagini e pensieri, ma una cosa era chiara: doveva trovare suo figlio. Senza perdere un attimo, si diresse verso la foresta, il cuore in gola e il respiro corto. La foresta oscura, che si stendeva come un gigante dormiente ai margini del villaggio, era sempre stata fonte di storie e leggende, un luogo che gli abitanti rispettavano e temevano.

 

Non ci siamo. Per carità, non ci sono errori, né stupidaggini. Ma un occhio un po’ esperto nota che manca la mano umana in questo testo.

Questo mi porta al punto più importante: ma le intelligenze artificiali riusciranno a scrivere intere storie?

 

STORIE GENERATIVE

La risposta è: sì, ma non subito.

Già ora, ChatGPT è abile a scrivere testi brevi come le favole. Non saranno eccezionali, ma sono impeccabili a livello di forma e funzionali a livello strutturale. I racconti sono ancora troppo lunghi per mantenere una certa coerenza e qualità dall’inizio alla fine. Per il romanzo, c’è ancora molta strada da fare.

I testi prodotti mancano di “brillantezza” e sono carenti in personalità: uno scrittore o un lettore abituale si accorgerebbe rapidamente che c’è qualcosa che non va.

Ma ciò non implica che siamo solo agli inizi.

Prima di tutto, c’è sempre un operatore che usa una intelligenza artificiale: nel caso di uno scrittore, egli potrebbe correggere il tiro quando qualcosa va storto, potrebbe modificare il testo per snellirlo o renderlo più appetibile, eccetera. Lo scrittore diventa così un “operatore macchina”, un controllore. Un supervisore.

In più, la lunghezza del testo è un falso problema: più i Large Language Model diventeranno potenti e ottimizzati, più riusciranno a masticare testi lunghi. È un problema che sarà risolto in breve tempo. Lo scoglio più ostico sarà la personalità. I testi per ora non riescono a emulare “la voce” di un vero scrittore. Sono asettici, impeccabilmente banali. C’è chi dice che non arriverà mai il giorno in cui le IA saranno in grado di fingere di essere davvero umani, ma io sono assai contrario a questa ipotesi. È, come dicevo prima, solo questione di tempo.

Mi aspetto un futuro prossimo in cui un lettore potrà crearsi da solo una storia da leggere in base ai propri gusti iper-specifici, ad esempio: voglio leggere un romanzo con dei pirati alati come protagonisti che devono combattere contro antiche divinità sumere. Succederà. Il mercato mondiale va in questa direzione, e per quanto l’editoria potrebbe fare ostracismo, prima o poi si adeguerà.

Per curiosità, ho chiesto a chatGPT proprio una storia del genere:

 

Titolo: “L’Ascesa dei Pirati Alati”

Nell’anno 1724, in un mondo parallelo dove i mari sono sospesi tra le nuvole e le navi solcano i cieli, una banda di pirati alati solca le correnti del vento in cerca di avventure e tesori. Capitanati dall’intrepido Darius Vento di Tempesta, questi pirati non sono solo esperti navigatori, ma possiedono anche grandi ali che permettono loro di planare tra le navi e i cieli aperti.

Darius e il suo equipaggio, composto da personalità eccentriche come l’ingegnosa meccanica Isolde e il possente guerriero Amon, trovano una mappa misteriosa che li conduce verso le rovine di un’antica civiltà sospesa tra le nuvole: la perduta città di Sumeria. Qui, le leggende narrano di antichi dei sumero-babilonesi che, esiliati dal tempo e dallo spazio, attendono il momento giusto per tornare a reclamare il loro dominio.

Ma quando Darius e i suoi scoprono un antico manufatto che potrebbe risvegliare questi dei, si rendono conto che il loro tesoro non è altro che una chiave per la rinascita di forze oscure. Inizia così una lotta senza quartiere tra i pirati alati e le divinità sumere, guidate da Enlil, dio del vento e delle tempeste.

Mentre i cieli si oscurano e le navi volanti sono scosse da tremende tempeste, Darius e il suo equipaggio devono trovare un modo per sconfiggere gli dei e riportare la pace nei cieli. Tra epiche battaglie aeree, antichi incantesimi e tradimenti, i pirati alati si dimostreranno l’ultima speranza contro la tirannia divina.

Ma ogni vittoria ha un prezzo, e Darius scoprirà presto che per salvare il mondo dovrà fare i conti non solo con gli dei, ma anche con i segreti più oscuri del suo passato.

 

Sembra una sinossi commerciale di un romanzo che esiste davvero, no?

Ma non tutto è perduto. Per quanto abbia dipinto un futuro fosco per gli scrittori, questo non significa che sparirà la scrittura “umana.” Più il mercato sarà inondato di contenuti generativi, più si avvicinerà il momento in cui tornerà a essere di tendenza consumare prodotti “fatti da umani”. Il Made by Human avrà lo stesso peso del “fatto a mano” dopo l’avvento della produzione automatizzata industriale. Ciò significa che ci sarà un po’ meno domanda, ma che cerca qualità più alta.

 

CONCLUSIONE

E quindi, con meno domanda, serviranno meno scrittori ma più abili, e soprattutto, con davvero qualcosa da dire. Non di innovativo per forza, sia chiaro. Ma quello che è sempre l’elemento più originale a disposizione di uno scrittore, o di un creativo in generale, è la sua intima e particolare esperienza di vita, il suo punto di vista personale forgiato in anni di accadimenti e di vicende vissute. Questo amalgama che ci rende ciò che siamo, è anche ciò che ci rende speciali. Ci saranno sempre lettori che cercheranno questo genere di contenuti, queste visioni rese uniche dall’esperienza, come ce ne saranno tanti che consumeranno i libri generati da IA – certi generi soprattutto saranno automatizzati molto presto, come il romance ad esempio, che si presta molto bene a essere “meccanizzato” in serie.

Vi lascio con una provocazione che faccio spesso a chi mi chiede: ma le intelligenze artificiali soppianteranno gli scrittori?

Dipende. Ti sei mai chiesto come sei diventato chi sei ora? E sapresti raccontarmi perché vuoi scrivere?

Spesso la risposta è collegata. Perché è nella risposta a queste domande che si nasconde l’elemento originale che forse nessuna IA – per ora – può sostituire.

La nostra continua ricerca di un senso di noi stessi, tramite le storie che inventiamo.

 

PS: tutte le immagini che ho usato in questo articolo sono state create con Midjourney.