Quando si parla di letteratura Fantasy, ci si rivolge a una matassa eterogenea di stili e storie diverse, che in comune hanno gli elementi fondanti del genere ma che possono essere a loro volta catalogate in sottogeneri, ognuno con le proprie peculiarità. Dato che il concetto stesso di Fantasy è piuttosto ampio e inclusivo, è possibile raccontare una storia di genere ambientata in epoche, contesti e con obiettivi molto diversi fra loro. Possiamo avere una storia collocata in un medioevo immaginato, popolato di creature magiche e cavalieri, come pure una trama incentrata sull’attualità, ma dove la magia si manifesta sotto forma di antichi rituali tramandati nei secoli. Sono entrambe storie fantasy, ma come facciamo a dare un ordine a questo caos? Vediamo come.
Ma esistono i sottogeneri?
Partiamo da una considerazione generale. Ogni genere letterario è a sua volta suddiviso in sottogeneri, non soltanto il Fantasy. Ad esempio, l’Horror è a sua volta catalogato per:
- Paranormale
- Gotico
- Gore
- Psicologico
- Slasher
- …
Eccetera. Idem la Fantascienza, o il Giallo, il Romantico. Insomma, tutti i generi hanno i propri sottogeneri, che spesso si accavallano fra loro e percolano addirittura nelle competenze di generi ben diversi: è possibile avere un Horror Fantascientifico con risvolti Demoniaci, ad esempio! Un esempio, il film Punto di Non Ritorno (1997). Per cui, è spesso più efficace il sottogenere rispetto al genere, per identificare un’opera.
Ma è corretto?
Non è una domanda banale. In sé, il concetto di sottogenere nasce per un’esigenza di catalogare con più efficacia le opere, al fine di migliorare le vendite delle stesse. Infatti, la creazione di sottogeneri è un’operazione squisitamente commerciale per identificare con più precisione un pubblico potenziale, e consentire allo stesso di trovare più facilmente altre opere dello stesso tipo. Per dirla in parole povere: i sottogeneri sono necessari per vendere di più, e meglio.
Facciamo un esempio pratico. Supponiamo che diventi famoso un libro fantasy ambientato nel mondo attuale, ma con stregoni che vivono nascosti nella società e fungono da eminenze grigie che pilotano interi stati. Questo libro è un vero caso editoriale: centinaia di migliaia di copie vendute in tutto il paese. Gli altri editori, ovviamente, fiutano l’affare e iniziano a prediligere opere da mettere sul mercato che più si avvicinino a quella divenuta virale. Ma come fanno a dire al pubblico, ehi abbiamo anche noi un’opera del genere?
Iniziano a parlare di Urban Fantasy.
In questo modo, i potenziali lettori a cui è piaciuto da impazzire il primo titolo, non appena sentono parlare di un nuovo capolavoro Urban Fantasy, sono più propensi a vedere di cosa si tratta, a leggere recensioni, e magari a comprarlo: questo perché “sanno già”, almeno in minima parte, che si può trattare di un libro di loro gradimento.
Non è un caso che i sottogeneri siano esplosi negli ultimi decenni, cioè da quando il marketing editoriale è divenuto via via più aggressivo e polarizzato a cavalcare successi dietro altri successi.
Quindi, è sbagliato suddividere in sottogeneri?
No, è un metodo efficace per far incontrare prodotto e lettore. Per cui, è importante sapere – da lettore – quali siano i sottogeneri preferiti, mentre è fondamentale – da scrittore – conoscere il contesto delle proprie opere così da poterle proporre più efficacemente al pubblico e agli editori.
Cosa differenzia una storia
Certo, anche se i sottogeneri sono un’operazione squisitamente commerciale, resta il fatto che ci sono elementi in una storia fantasy che possono differenziarsi al punto da motivare una catalogazione più granulare. Ad esempio:
- l’epoca in cui è ambientata
- se è un mondo derivato dalla realtà, o totalmente immaginato
- se c’è magia o no
- se c’è tecnologia o no
- il grado di violenza
- la quantità di storie d’amore narrate
- la presenza di mostri o meno
- se la religione è reale o se immaginata, oppure non c’è nemmeno
E così via.
In base ai bilanciamenti fra gli elementi che compongono e definiscono una storia fantasy, è possibile individuare facilmente un sottogenere dove tale storia è meglio rappresentata.
Anche perché i possibili sottogeneri sono tantissimi.
I sottogeneri del Fantasy
Partiamo subito da una considerazione: tanti sottogeneri non sono comuni in Italia. La quantità di possibili diramazioni del fantasy è incredibile, insensato riepilogarli tutti dato che sono letteralmente quasi un centinaio e molti di questi sottogeneri raccolgono un pugno di libri o di autori in tutto.
In Italia, i sottogeneri più comuni sono molti meno:
Stile Tradizionale
- Epic Fantasy: facilmente assimilabile al Classical, ambientati in mondi originali e con forti elementi magici.
- High Fantasy: solitamente si usa definire “high” un fantasy tradizionale con maghi, mostri e duelli, di solito derivativi delle ambientazioni più famose dei Giochi di Ruolo come Dungeons & Dragons.
- Medieval Fantasy: sottogenere tipico, con storie ambientate in contesti medievaleggianti. È spesso assimilabile ai sottogeneri High o Epic.
- Historical Fantasy: ambientati nel nostro passato, sono fantasy che introducono elementi magici in vicende storiche più o meno plausibili.
Stile Alternativo
- Dark Fantasy: stile cupo, con personaggi tormentati in mondi intrisi di violenza.
- Urban Fantasy: sottogenere molto popolare, che è di solito collocato nella contemporaneità e si basa sul presupposto che possa esistere una qualche forma di magia anche nella nostra realtà.
- Vampire Fantasy: romanzi che, come è chiaro dal nome, raccontano storie di vampiri in varie epoche, sia del passato che contemporanee.
- Magic Realism: quasi un genere a sé, ha fra i suoi veterani Borges e G.M. Marquez. Si tratta di una corrente vera e propria, che racconta storie in cui la realtà è permeata di elementi paradossali, fantastici e onirici.
- Futuristic Fantasy: ambientato nel futuro, in altri pianeti o fra popolazioni aliene.
- Steampunk Fantasy: sottogenere che sta un po’ sparendo, ma per qualche anno è stato determinante. Solitamente sono romanzi ambientati nel periodo delle rivoluzioni scientifiche e industriali, dove l’elemento magico deriva dalla tecnologia appena nata e in cui spesso tale tecnologia ha dato accesso, per l’umanità, a poteri o luoghi fantastici prima sconosciuti.
- Low Fantasy: è il contraltare dell’High Fantasy, quindi si tratta di storie in cui le componenti magiche sono ridotte all’osso: c’è più interesse nell’introspezione psicologica dei personaggi, negli eventi politici, negli intrecci della trama e nello sviluppo di un mondo “più reale” e vicino al nostro.
- Young Adult Fantasy: sottogenere che in realtà identifica solo il target a cui è rivolto, cioè quella che una volta era chiamata “letteratura per ragazzi”. Gli YA sono romanzi che solitamente sono Urban, e che affrontano tematiche di interesse adolescenziale.
Fantasy come pretesto
- Erotic Fantasy: autoesplicativo, è un genere in cui il fantasy è solo il contorno estetico, il pretesto per raccontare situazioni piccanti.
- Paranormal Fantasy: è un sottogenere che sfocia spesso nell’horror, si tratta di storie con elementi paranormali come fantasmi, demoni, presenze o invocazioni. Ha spesso dei forti elementi religiosi.
- Romantic Fantasy: una volta si sarebbero chiamati “Harmony”, come la famosa collana. Sono libri dove il contesto fantasy fa da contorno per questioni estetiche e pratiche, ma in cui gli elementi centrali sono lunghe e complesse storie d’amore.
Gli incroci
Spesso e volentieri, i sottogeneri tendono a incrociarsi fra loro. È una tendenza tipica anche dei generi maggiori, ma è un fenomeno che diventa ancora più evidente nei sottogeneri. Ad esempio, un Fantasy Futuristico è uno Sci-Fi con elementi magici, o per fare un altro esempio, un Dark Fantasy può essere un Thriller con elementi Horror. Un romanzo Young Adult può essere Fantasy, ma anche Realismo Magico, o Dark, o Vampiresco. Come già dicevo, essendo che i sottogeneri nascono dall’esigenza di far incontrare domanda e offerta, in pratica un romanzo viene etichettato in base all’elemento predominante, e su quello ci si costruisce sopra la strategia di vendita.
Facciamo un esempio pratico.
Supponiamo di aver scritto un romanzo ambientato nel 1500 italiano, dove i comuni feudali combattono fra loro e dove emerge un giovane condottiero destinato a diventare Re grazie a poteri magici derivati dal suo sangue, dato che egli è l’ultimo discendente dell’antichissima famiglia che ha dato i natali a grandi imperatori romani – e che si scopre poi nel proseguo della storia, anche questi imperatori dominarono l’impero grazie agli stessi poteri del protagonista. Le sue vicende lo portano a diventare un tagliagole efferato e volitivo, uno spietato assassino di nobili con l’unico scopo di ottenere il potere. Una damigella fiorentina però fa breccia nel suo cuore e lo fa dubitare delle sue azioni e della sua sete di potere.
Che sottogenere è?
Difficile dirlo. Ci sono poteri magici, ma non ci sono mostri: è più Low che High Fantasy. Il protagonista è giovane e ha tutto un suo percorso di crescita, potrebbe essere perfetto come Young Adult. È ambientato in un periodo storico reale, quindi forse è un Historical Fantasy? La storia però avrà delle lunghe digressioni in epoca romana e classica, quindi forse è un Mythic Fantasy… c’è anche da dire che si parla di violenza efferata, quindi avrà risvolti Dark, e infine, c’è una forte storia d’amore che spariglia la trama e condiziona la storia, quindi si potrebbe anche pensare a un Romantic Fantasy…
La domanda quindi è mal posta. Non ci interessa sapere che sottogenere abbiamo fra le mani, bensì quale sottogenere vogliamo vendere.
È di moda il genere storico? Allora è fatta, abbiamo forti elementi storici. C’è grande interesse nei romanzi Low Fantasy con spiccati elementi Dark? Beh, c’è un assassino efferato… e se fosse tornata alla ribalta la passione per i Romantici? Perfetto, magari spingiamo di più a livello comunicativo sulla storia d’amore travolgente fra il futuro Re e la damigella. Senza poi dimenticare quanto vendono gli Young Adult, e noi abbiamo fra le mani, guarda caso, un romanzo di formazione di un giovane tormentato!
Ribadisco: è molto difficile etichettare un romanzo in un solo sottogenere. Plausibilmente ci saranno elementi di spicco che faranno propendere più verso un sottogenere specifico rispetto ad altri, ma sarà poi cosa intendiamo vendere al pubblico che decreterà infine in quale reparto della libreria sarà messo in vendita il libro.
Conclusioni
Inutile girarci intorno: vendere un libro è importante quanto (se non di più) di scriverlo. Per cui, è assai comune che gli scrittori ricalchino certi sottogeneri con lo scopo specifico di accontentare i lettori. Ci sono numerose e meritevoli eccezioni, cioè autori che non seguono le mode e perseguono la propria narrativa, ma alla fine, stringi stringi, anche le loro opere saranno etichettate e catalogate. È inevitabile. Per cui, c’è chi coglie l’opportunità e spinge di più su certi elementi per far ricadere la propria opera in un sottogenere alla moda.
Non lo reputo sbagliato, in fondo, scrivere è in funzione di avere anche persone che leggono ciò che hai fatto. Un libro che ha letto solo il proprio autore, non è un romanzo… è un diario segreto.
Chiaro che quando il mercato assorbe solo titoli di un certo tipo perché sono gli unici che vendono – come all’epoca dell’esplosione degli Young Adult dal 2000 in poi – diventa difficile uscire dal coro e proporre qualcosa di nuovo, originale e che magari necessita di un ennesimo nuovo sottogenere per essere catalogato a dovere.
Nel mio caso, la saga di Mordraud è una serie di romanzi che solitamente ricadono nel Low e nel Dark Fantasy, anche se nasconde certi colpi di scena che… non dico altro.
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